le banche e il potere

USIAMO GLI SCEC -

BISOGNA CONOSCERE I MOTIVI DI TANTO DISSENSO ALLA TAV TORINO-LIONE

sabato 17 dicembre 2011

GENTILI TELESPETTATORI


             
Vi comunichiamo che domenica 18 dicembre alle 21.30 su RAI TRE   andrà in onda la nuova puntata di Report
La puntata si intitola "CORSA ALLA TERRA"
Di Piero Riccardi
La pianura padana, con le sue fertili terre, rappresentava il luogo dove si produceva gran parte del nostro cibo. Ora invece il cibo lo importiamo e le terre agricole le stiamo abbandonando. Ogni giorno che passa in Veneto e in Lombardia perdiamo terreno coltivabile equivalente a 7 volte piazza del Duomo. Per farne cosa? Cementarlo o asfaltarlo. Ormai coltivare non conviene più. E i nostri agricoltori vanno a produrre all'estero, dove costa meno. Ma la concorrenza per accaparrarsi la terra è spietata. Perché? Che c'entra per esempio il fallimento di Lehman Brothers con la sorte di qualche centinaio di contadini di un villaggio sperduto del Mali? O ancora, cosa lega la direttiva europea sui biocarburanti con la morte di tre pastori nel nord del Senegal? In un viaggio che va dagli uffici di Washington della Banca Mondiale fino a una rivolta contadina nel cuore dell'Africa Occidentale, la puntata di


domenica 18 dicembre cerca di percorrere i fili intrecciati di finanza, politica e modelli di sviluppo economico che stanno muovendo una corsa globale all'accaparramento di terra. Il termine inglese è land grabbing e i principali "accaparratori" sono europei, cinesi, indiani, americani. Il terreno di conquista più propizio è l'Africa dove governi compiacenti aprono le porte a investitori intenzionati a fare profitto nel più breve tempo possibile. Poco importa se milioni di contadini verranno espropriati delle loro terre come lo furono gli indiani d'America ai tempi del conquista del West. Per la Banca Mondiale, così come per molti investitori, si tratta del prezzo da pagare per ottenere il tanto agognato sviluppo. Ma per altri autorevoli osservatori questo è soltanto il preludio di una nuova strategia di conquista della risorsa più preziosa: l'acqua.
COM'È ANDATA A FINIRE: "UNA POLTRONA PER DUE"
Aggiornamento del 05/06/2011
Di Sabrina Giannini
L'inchiesta "Una poltrona per due" si era occupata della concorrenza sleale nel settore del divano, un fenomeno illegale improntato sulla violazione delle norme e sullo sfruttamento della manodopera di operai cinesi (talvolta clandestini) ad opera dei propri connazionali. I prezzi concorrenziali che i cinesi proponevano ai grandi poltronifici stavano costringendo molti artigiani italiani a licenziare e a chiudere l'attività. L'inchiesta si era concentrata al distretto del divano di Forlì dove due artigiane coraggiose avevano, da sole, denunciato il sistema portando alla luce e davanti alla magistratura il sistema di collegamento tra i grandi poltronifici italiani e i loro fornitori cinesi. L'aggiornamento mostra come il fenomeno esiste anche in altri due importanti distretti del divano (uno in Lombardia e l'altro in Basilicata).
E inoltre: "FONDO ITALIANO"
Di Claudia Di Pasquale
Un anno e mezzo fa su iniziativa del Tesoro nasce il Fondo italiano d'investimento. Sul piatto un miliardo e 200 milioni di euro per sostenere la crescita e l'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane. I soldi li mettono le Banche insieme alla Cassa depositi e prestiti, che per il 70% è dello Stato. Il meccanismo è quello del private equity, cioè il fondo ricapitalizza le imprese diventandone socio di minoranza. Chi ne sta beneficiando e come?
Il video e la trascrizione integrale del testo della nuova inchiesta sarà on line sul nostro sito www.report.rai.it al termine della messa in onda.

Buona Visione! La Redazione. 
S. Francesco ecologista ante litteram

DALAI LAMA

DOMANDA:COSA L'HA SORPRESA DI PIU' DELL'UMANITA'?E Lui ha risposto:

"Gli uomini... perché perdono la salute per fare soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Perché pensano tanto ansiosamente al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera non riescono a vivere né il presente né il futuro. Perché vivono come non dovessero morire mai e perché muoiono come non avessero mai vissuto.