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lunedì 25 aprile 2011

Un colpo alla botte e uno al sercio: GGIL In difficoltà.

CS CAT 22 APRILE 2011

Sul Polo Logistico la CGIL della Riviera del Brenta Miranese ha una posizione ambigua e pretestuosa.
Il Polo Logistico nell’area di Giare-Dogaletto non è sostenibile per definizione.
La CGIL dovrebbe sapere che la speculazione immobiliare e finanziaria, non gli investimenti produttivi, sono i veri motori di questa operazione.
Ideologico è continuare a contrapporre la difesa del lavoro alla tutela dell’ambiente. Il degrado e le morti causate dai veleni di Porto Marghera dovrebbero essere un monito per tutti.
Bonifica e riconversione delle aree dimesse di Porto Marghera, recupero delle banchine e degli scali ferroviari esistenti, trasporto fluivio-marittimo costituiscono un’alternativa rapida, vantaggiosa, sostenibile e che offre più posti di lavoro.
Le autorità Portuali di Padova e Venezia sembrano averlo capito, il sindacato nostrano sembra di no.
Sul Polo Logistico di Giare-Dogaletto, il possibilismo della CGIL Riviera del Brenta e Miranese denota una posizione ambigua e pretestuosa.

Ambigua
perché dietro un atteggiamento apparentemente neutrale, lascia la porta aperta sia al Polo Logistico che alla Camionabile lungo l’Idrovia.
Pretestuosa perché, analogamente alle recenti dichiarazioni del Sindaco di Mira, non entra davvero nel merito


della questione e non dà alcuna risposta né ai problemi né alle proposte concrete avanzate dai comitati di CAT, da molte organizzazioni e da tantissimi cittadini/lavoratori che così massicciamente hanno manifestato lo scorso 12 marzo.
CAT invita la CGIL rivierasca a superare la vecchia logica che vuole la difesa del lavoro contrapposta alla tutela dell’ambiente; i disastri e i tanti morti provocati dai veleni di Porto Marghera dovrebbero essere un monito per tutti, ma soprattutto per il sindacato. D’altra parte proprio la CGIL dovrebbe sapere che il fabbisogno di manodopera per la movimentazione dei container è molto basso, ma soprattutto che proprio la speculazione immobiliare e finanziaria, veri motori “dell’affare Giare-Dogaletto”, sono la vera causa dei mancati investimenti produttivi e quindi anche della crisi economica e occupazionale alla quale assistiamo.
Il Polo Logistico a Giare-Dogaletto non è sostenibile per definizione, così come altamente impattante e altrettanto inutile è la camionabile sull’idrovia.

Bonifica e riconversione delle aree dimesse di Porto Marghera, recupero delle banchine e degli scali ferroviari esistenti all’interno del polo industriale veneziano, messa in rete delle aree portuali e interportuali dell’alto adriatico attraverso chiatte fluvio-marittime e treni
sono le proposte (non solo) di CAT che costituiscono un’alternativa vantaggiosa, sostenibile e in grado di offrire molti più posti di lavoro rispetto alla cementificazione di 460 ettari di area peri-lagunare e alla costruzione di un’altra autostrada a sud della Riviera del Brenta. Sembra che anche le Autorità Portuali di Padova e Venezia si siano finalmente accorte di come sia molto più conveniente “fare sistema” e sfruttare al meglio le infrastrutture esistenti come i collegamenti ferroviari PD-VE, piuttosto che puntare su opere e progetti faraonici quanto speculativi.
Con il completamento dell’idrovia Padova mare il quadro infrastrutturale sarebbe ancora più completo, garantendo al contempo la sicurezza idraulica ad ampie zone del territorio della Riviera e del padovano.
Forse per qualcuno si tratta di uno scenario troppo futuribile, non per molti Paesi europei che su questo fronte sono avanti di decenni rispetto all'Italia.
Per CAT
Mattia Donadel 338-1678008
Adone Doni 340-0020207



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CAT Comitati Ambiente e Territorio - Riviera del Brenta e Miranese

web: www.infocat.it
mail: trabrentaegraticolato@gmail.com
S. Francesco ecologista ante litteram

DALAI LAMA

DOMANDA:COSA L'HA SORPRESA DI PIU' DELL'UMANITA'?E Lui ha risposto:

"Gli uomini... perché perdono la salute per fare soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Perché pensano tanto ansiosamente al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera non riescono a vivere né il presente né il futuro. Perché vivono come non dovessero morire mai e perché muoiono come non avessero mai vissuto.