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venerdì 27 gennaio 2012

NON MESCOLIAMO SACRO E PROFANO

Parco Perlasca e polemiche «E le frasi sull’olio di ricino?»

GIORGIO PERLASCA
DOLO Oltre 500 persone, tra cui studenti, rappresentanti della comunità ebraica di Padova e di associazioni di partigiani e reduci, hanno partecipato ieri alla celebrazione della Giornata della Memoria e all’intitolazione a Giorgio Perlasca del piccolo parco davanti al municipio. Grande è stata la commozione dei partecipanti che hanno assistito alla proiezione di un video su Perlasca e alla posa di un cippo commemorativo sui cui è scritto “Giorgio Perlasca, Giusto fra le Nazioni. Como 31 gennaio 1910 - Padova 15 agosto 1992. Per non dimenticare”. «Grazie all’azione di Giorgio Perlasca – ha detto l’assessore Antonio Pra – molte vite umane furono salvate dall’orrore di quello sterminio avvenuto durante la seconda guerra mondiale. L’azione di un solo uomo può fare molto, può influire su altre persone che a loro volta iniziano a reagire. Abbattere il muro di indifferenza che a volte si crea nei comportamenti umani, deve essere un insegnamento per tutti”. La cerimonia non è stata esente da critiche rivolte all’amministrazione dolese dal gruppo d’opposizione “Dolo, Cuore della Riviera”. «Attendiamo impazienti la prossima iniziativa del sindaco di Dolo – spiegano i consiglieri comunali – la distribuzione “dell'Olio del Sindaco” per garantire a lei e ai suoi compagni di partito un paese silenzioso. Non basta infatti posizionare un cippo commemorativo a Giorgio Perlasca per lavarsi via di dosso la patina e l'odore di quell'autoritarismo che il sindaco invocava con l'uso dell'olio di ricino». Olio che il sindaco aveva consigliato alcune settimane fa ai manifestanti contro Veneto City.(g.pir.)

S. Francesco ecologista ante litteram

DALAI LAMA

DOMANDA:COSA L'HA SORPRESA DI PIU' DELL'UMANITA'?E Lui ha risposto:

"Gli uomini... perché perdono la salute per fare soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Perché pensano tanto ansiosamente al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera non riescono a vivere né il presente né il futuro. Perché vivono come non dovessero morire mai e perché muoiono come non avessero mai vissuto.