Giornata della
Memoria
Antonio Boldrin –
Numero di matricola L. 40481
Andata e ritorno dall’inferno.
Sala polivalente gremita, pubblico in rigoroso silenzio e commozione
palpabile per ascoltare le testimonianze
di un calvario umano che di umano niente sembra avere a che fare.
Antonio Boldrin, uno dei
pochissimi sopravvissuti del campo di
Comunale in un incontro curato da
Fernanda Giantin, ha portato la propria
testimonianza a ricordo della Shoah,
Giornata in Memoria dello sterminio di 6
milioni di persone durante l’ultima guerra.
Attraverso un lunghissimo viaggio per Grecia, Albania,
Yugoslavia, Austria e Cecoslovacchia, fu
deportato nel tristemente noto campo
di concentramento polacco di
Auschwitz-Birkenau, dove furono sterminate non meno di un milione e mezzo
di persone.
Scampato più volte alla morte,
fece parte della squadra
(SonderKommando) incaricata di introdurre negli inceneritori le vittime delle
camere a gas. Una media di 500 cadaveri
al giorno, con punte di oltre 5000.
Ci sono voluti anni (un
blocco psicologico comune a tutti i
sopravvissuti dai lager) per vincere i traumi, le angosce e le inquietudini (sempre e
comunque presenti) e riuscire a raccontare le vicende legate alla prigionia.
Nel lager ogni prigioniero era
privato di ogni dignità personale e qualsiasi forma di stimolo interiore. Dopo
qualche tempo di permanenza non si
pensava, non si provavano più sensazioni,
non si era più in grado di agire o reagire.
Il tutto sfociava in un esaurimento totale,
tanto fisico quanto psichico, da non esser
più in grado di impedire all’ambiente di
prendere il sopravvento.
Documento scritto tratto da: - IL DIALOGO - Vigonovo notizie N° 15 anno 2007