le banche e il potere
USIAMO GLI SCEC -
BISOGNA CONOSCERE I MOTIVI DI TANTO DISSENSO ALLA TAV TORINO-LIONE
lunedì 28 marzo 2011
domenica 20 marzo 2011
venerdì 18 marzo 2011
DOBBIAMO INVERTIRE LA ROTTA
Ravenna - "Presto gli ipermercati spariranno"
A sostenerlo Gabriele Tagliaventi, architetto e urbanista bolognese, che spiega il perché anche in Italia, come negli Usa, quel modello va verso la demolizione: "E' antieconomico ed antiecologico"
RAVENNA - “Io credo che l’urbanistica sia lo specchio di una società e noi oggi viviamo in una società molto caotica”. Il colloquio con l’architetto e urbanista bolognese Gabriele Tagliaventi si conclude così, con una massima che rimane impressa mentre si guida in periferia, con lo sfondo attraversato da gigantesche insegne di ipermercati e grandi centri commerciali. Tagliaventi sostiene che tra dieci, “forse vent’anni a seconda di quando passerà la crisi”, non sarà più così. Che in Italia, come già avviene negli Stati Uniti, gli ipermercati verranno demoliti e al loro posto nelle periferie sorgeranno nuovi “quartieri urbani integrati”.
Architetto Tagliaventi, perché in America demoliscono gli ipermercati?
“I fattori che incidono sono essenzialmente tre. Il primo riguarda il ‘politically correct’, vale a dire la consapevolezza che questi centri sono dei generatori di traffico impressionanti e quindi di inquinamento”.
mercoledì 16 marzo 2011
IL PASSANTE NON RISPETTA LA NORMATIVA VIGENTE
IL PASSANTE NON RISPETTA LA NORMATIVA VIGENTE
“Il passante è l'esempio del Veneto che sa fare presto e bene”. Questo lo slogan coniato dal duo
Chisso/Galan e fatto proprio anche dall'attuale Governatore Zaia. Slogan certamente non condiviso da quei
cittadini ai quali il passante ha reso la vita invivibile: a loro CAT esprime la propria solidarietà.
Ma, dopo otto anni dalla prima delibera, è ancora in corso l'esame, da parte del Cipe, di un progetto
sottoposto dal Commissario Vernizzi che tenta di giustificare la mancata esecuzione di talune prescrizioni,
sanare numerose difformità esecutive non previamente autorizzate e, infine, di introdurre nuove opere non
previste nel progetto originario.
Più precisamente ci riferiamo a:
1) mancato arretramento della barriera a Roncoduro (e relativa liberalizzazione del tratto
Dolo-Mestre) che ha determinato la congestione della SR11 - funzionale a giustificare
surrettiziamente la camionabile - e il quotidiano intasamento del casello di Mirano ad
opera dei cosiddetti “furbetti” (ma i furbetti, in questa vicenda, certamente sono altri);
2) trasformazione del Casello di Mirano da provvisorio a definitivo;
3) nuovo casello di Albarea funzionale a Veneto City.
Ma CAT è ora in grado di far emergere un'altra grave anomalia strutturale che interessa la
conformazione della carreggiata Mestre-Padova prima della sua confluenza in quella del passante in direzione
Padova. Questa carreggiata è stata realizzata secondo il progetto originario che prevedeva, a monte, la
barriera di esazione del pedaggio e, quindi, presupponeva una limitazione di velocità (70 km/h) coerente col
raggio di curvatura di 200 metri.
La mancata realizzazione della nuova barriera ha determinato che il tratto di curvatura sia diventato una
diretta prosecuzione del precedente tracciato rettilineo percorribile fino ad una velocità di 140 km/h; quindi,
il raggio di curvatura avrebbe dovuto essere non inferiore ai 400 metri sino alla dimensione ottimale di
sicurezza di 964 metri.
La gravità di tale anomalia rende non collaudabile il tratto autostradale in questione, a meno
della ricollocazione della barriera a Roncoduro o. in alternativa, un rilevante intervento di
modifica del tracciato.
CAT ha già segnalato la vicenda a tutti gli enti interessati, alla Commissione VIA che ha in corso la verifica di
attuazione del progetto, all'Ispettorato di Vigilanza dell'ANAS ed ha inoltrato denuncia alla Commissione
Petizioni dell'Europarlamento che ha già aperto un'indagine sulla base di una nostra precedente
segnalazione.
CAT ritiene inammissibile l'inerzia dei Comuni danneggiati dalla incompleta e difforme realizzazione del
passante, Comuni ai quali spetterebbe ogni azione necessaria per la tutela dei diritti dei propri cittadini ed
operatori economici; ma i Sindaci di questi comuni hanno altre priorità che si chiamano Veneto City, centro
logistico di Dogaletto e camionabile. Sindaci sempre proni e pronti ad addossare agli enti sovracomunali la
paternità di decisioni che non vogliono contrastare o, quasi sempre, non vedono l'ora di avallare.
CAT Comitati Ambiente e Territorio
Adone Doni 3400020207
Mattia Donadel 3381678008
“Il passante è l'esempio del Veneto che sa fare presto e bene”. Questo lo slogan coniato dal duo
Chisso/Galan e fatto proprio anche dall'attuale Governatore Zaia. Slogan certamente non condiviso da quei
cittadini ai quali il passante ha reso la vita invivibile: a loro CAT esprime la propria solidarietà.
Ma, dopo otto anni dalla prima delibera, è ancora in corso l'esame, da parte del Cipe, di un progetto
sottoposto dal Commissario Vernizzi che tenta di giustificare la mancata esecuzione di talune prescrizioni,
sanare numerose difformità esecutive non previamente autorizzate e, infine, di introdurre nuove opere non
previste nel progetto originario.
Più precisamente ci riferiamo a:
1) mancato arretramento della barriera a Roncoduro (e relativa liberalizzazione del tratto
Dolo-Mestre) che ha determinato la congestione della SR11 - funzionale a giustificare
surrettiziamente la camionabile - e il quotidiano intasamento del casello di Mirano ad
opera dei cosiddetti “furbetti” (ma i furbetti, in questa vicenda, certamente sono altri);
2) trasformazione del Casello di Mirano da provvisorio a definitivo;
3) nuovo casello di Albarea funzionale a Veneto City.
Ma CAT è ora in grado di far emergere un'altra grave anomalia strutturale che interessa la
conformazione della carreggiata Mestre-Padova prima della sua confluenza in quella del passante in direzione
Padova. Questa carreggiata è stata realizzata secondo il progetto originario che prevedeva, a monte, la
barriera di esazione del pedaggio e, quindi, presupponeva una limitazione di velocità (70 km/h) coerente col
raggio di curvatura di 200 metri.
La mancata realizzazione della nuova barriera ha determinato che il tratto di curvatura sia diventato una
diretta prosecuzione del precedente tracciato rettilineo percorribile fino ad una velocità di 140 km/h; quindi,
il raggio di curvatura avrebbe dovuto essere non inferiore ai 400 metri sino alla dimensione ottimale di
sicurezza di 964 metri.
La gravità di tale anomalia rende non collaudabile il tratto autostradale in questione, a meno
della ricollocazione della barriera a Roncoduro o. in alternativa, un rilevante intervento di
modifica del tracciato.
CAT ha già segnalato la vicenda a tutti gli enti interessati, alla Commissione VIA che ha in corso la verifica di
attuazione del progetto, all'Ispettorato di Vigilanza dell'ANAS ed ha inoltrato denuncia alla Commissione
Petizioni dell'Europarlamento che ha già aperto un'indagine sulla base di una nostra precedente
segnalazione.
CAT ritiene inammissibile l'inerzia dei Comuni danneggiati dalla incompleta e difforme realizzazione del
passante, Comuni ai quali spetterebbe ogni azione necessaria per la tutela dei diritti dei propri cittadini ed
operatori economici; ma i Sindaci di questi comuni hanno altre priorità che si chiamano Veneto City, centro
logistico di Dogaletto e camionabile. Sindaci sempre proni e pronti ad addossare agli enti sovracomunali la
paternità di decisioni che non vogliono contrastare o, quasi sempre, non vedono l'ora di avallare.
CAT Comitati Ambiente e Territorio
Adone Doni 3400020207
Mattia Donadel 3381678008
domenica 13 marzo 2011
...Cat, «il comitato che graffia», che spiegano loro, e che questa volta sembra aver dato la giusta zampata, e poi il mondo delle associazioni, tantissime.
La marcia dei 3.500: «Stop al cemento»
Il corteo lungo le strade di Dolo contro i futuri progetti edilizie ma anche la Nuova Romea e la Camionabile. In piazza Wwf, Legambiente, Italia Nostra, comitati cittadini dai comuni della Riviera.
di Francesco Furlan
DOLO. Se questa fosse una favola a lieto fine, le centinaia di palloncini verdi, gialli e arancioni del corteo potrebbero se legati insieme - come nel film d'animazione «Up» - formare una mongolfiera colorata per sollevare e portare lontano la colata di cemento che incombe sulla Riviera del Brenta. E però questa non è una favola, ma la cronaca di una battaglia. Perché anche se gli interventi, il cemento, ancora non ci sono, la loro ombra è già lì, i comitati la vedono proiettata per terra, sagomata dalle varianti urbanistiche, dai masterplan, dagli accordi di programma, dalle riunioni a porte chiuse nei municipi con sindaci che non sanno se dire sì o no, e intanto trattano. Per questo, per «disarmare il cemento» come recitavano alcuni degli striscioni, ieri si sono dati appuntamenti in tanti a Dolo, per il corteo organizzato dai Cat, i comitati Ambiente e territorio, con il sostegno di 98 associazioni.
«Siamo 3.500», dirà Antonio Draghi dei Cat alla fine del percorso, dal palco all'ex foro Boario dove inizia la musica. La questura dice circa 2.000, e in ogni caso aldilà del balletto di cifre sono comunque tanti per una manifestazione che ha richiamato in strada molte persone comuni, giovani e famiglie con i bambini, che hanno deciso di prendersi cura del pezzo di terra in cui vivono. Contro gli otto milioni di metri cubi di cemento - è quanto hanno calcolato i comitati - che si chiamano soprattutto Veneto City, Città della Moda, Romea commerciale, camionabile Padova-Venezia, porto logistico di Dogaletto. Il ritrovo dei manifestanti è alle 15 al parcheggio degli impianti sportivi, arrivano alla spicciolata ma il piazzale si riempie in fretta. Poi il corteo apre con i palloncini e lo striscione d'apertura che recita: «Liberiamo la Riviera, la terra è vita non cementifichiamo il futuro». Dietro ci sono quelli del Cat, «il comitato che graffia», che spiegano loro, e che questa volta sembra aver dato la giusta zampata, e poi il mondo delle associazioni, tantissime.
«Siamo 3.500», dirà Antonio Draghi dei Cat alla fine del percorso, dal palco all'ex foro Boario dove inizia la musica. La questura dice circa 2.000, e in ogni caso aldilà del balletto di cifre sono comunque tanti per una manifestazione che ha richiamato in strada molte persone comuni, giovani e famiglie con i bambini, che hanno deciso di prendersi cura del pezzo di terra in cui vivono. Contro gli otto milioni di metri cubi di cemento - è quanto hanno calcolato i comitati - che si chiamano soprattutto Veneto City, Città della Moda, Romea commerciale, camionabile Padova-Venezia, porto logistico di Dogaletto. Il ritrovo dei manifestanti è alle 15 al parcheggio degli impianti sportivi, arrivano alla spicciolata ma il piazzale si riempie in fretta. Poi il corteo apre con i palloncini e lo striscione d'apertura che recita: «Liberiamo la Riviera, la terra è vita non cementifichiamo il futuro». Dietro ci sono quelli del Cat, «il comitato che graffia», che spiegano loro, e che questa volta sembra aver dato la giusta zampata, e poi il mondo delle associazioni, tantissime.
sabato 12 marzo 2011
ANCHE IL SETTIMANALE - "LA DIFESA DEL POPOLO"- AFFIANCA IL C.A.T.
Riviera del Brenta
Il territorio chiede scelte etiche
Sabato 12 marzo si tiene a Dolo la protesta dei Comitati ambiente e territorio (Cat) contro il “Bilanciere”, il piano regionale che prevede l’inserimento nel territorio rivierasco di nuove infrastrutture, tra cui la più imponente risulta essere Veneto City per il suo notevole impatto ambientale. Dalla presentazione del progetto preliminare emerge che sono previsti 620 mila metri di superfici pavimentate, destinate a edifici a uso ricettivo, istituzionale, direzionale, commerciale, ricreativo, scientifico e per servizi alle imprese. I proponenti non hanno fornito indicazioni più precise, ma sembra sia prevista l’erezione di una torre alta novanta metri, oltre alla realizzazione di strade di servizio per innervare l’area e di una nuova fermata ferroviaria, che si aggiungerà a quelle di Dolo e Vigonza-Pianiga. Si è inoltre parlato di un ospedale unico che sostituirebbe quelli esistenti a Dolo, Mirano e Noale.
Il Bilanciere dovrebbe a sua volta inserirsi in un più vasto piano territoriale che sta coinvolgendo l’intera pianura Padana in un epocale cambiamento di destinazione d’uso da area produttiva ad area di attraversamento e smistamento di merci prodotte altrove. “Milano Expò 2015” è il simbolo di questa rivoluzione culturale. Dal porto di Venezia, dove partirà la costruzione della piattaforma offshore per l’attracco di grandi navi, all’interporto di Padova, vero centro di smistamento, dal quadrante di Tessera a Veneto City, dal porto di Genova, dove giungono i container cinesi che attendono la cosiddetta linea Tav di trasporto di merci, al nodo di Novara, incrocio di corridoi, si sta disegnando un nuovo assetto territoriale.
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S. Francesco ecologista ante litteram
DALAI LAMA
DOMANDA:COSA L'HA SORPRESA DI PIU' DELL'UMANITA'?E Lui ha risposto: