Doc. fonte "Fatto Quotidiano"
Doc. fonte "Libero"
le banche e il potere
USIAMO GLI SCEC -
BISOGNA CONOSCERE I MOTIVI DI TANTO DISSENSO ALLA TAV TORINO-LIONE
domenica 21 agosto 2011
venerdì 19 agosto 2011
CERTI SINDACI HANNO LA TESTA DI LEGNO.
CS CAT 17 agosto 2011
Un’estate nera sul fronte delle grandi opere: dopo il via libera a Veneto City, la Regione Veneto annuncia il 5 agosto lo sblocco delle procedure sulla camionabile.
Ancora una volta sono i Comitati a smascherare il tentativo di far passare sotto silenzio un progetto distruttivo, approfittando delle vacanze estive.
Anche i Sindaci fanno finta di nulla.
Tacciono soprattutto i Sindaci leghisti di Dolo e Vigonovo, gli stessi che sulla camionabile avevano promesso le barricate.
Una beffa a questo punto lo studio di fattibilità sull’idrovia di cui parla l’assessore regionale Maurizio Conte.
CAT è già al lavoro per preparare osservazioni e ricorsi, ma lancia un appello: se si vuole scongiurare la morte della Riviera occorre uno scatto di tutta la società civile, di tutte le organizzazioni che condividono le istanze dei comitati.
Tacere significa acconsentire.
Il tentativo di far passare di nascosto l’ennesima grande opera approfittando delle vacanze estive, non passa nemmeno questa volta solo grazie all’occhio vigile dei comitati. E’ del 5 agosto infatti l’annuncio della Regione Veneto che la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale su camiobaile e Grande raccordo Anulare di Padova può riprendere il suo cammino, dopo lo stop clamoroso imposto proprio dai Comitati due anni fa.
CAT era già in allerta: dopo il via libera a Veneto City, era assai prevedibile un’accelerazione anche sugli altri progetti. Per i comitati si tratta insomma di una conferma di quanto dicono da tempo: le varie opere fanno parte di un unico grande progetto che vuole stritolare i paesi e il territorio della Riviera e del Miranese in mezzo ad un intrico pauroso di autostrade, bretelle, svincoli, e milioni di metri cubi di cemento.
Prevedibile ma non meno indecente anche il silenzio dei Sindaci locali, che dopo il penoso balletto sulla Romea Commerciale, ora sulla camionabile preferiscono non dire nulla, come se il problema non li riguardasse. Un silenzio indecente, soprattutto se a far finta di niente sono proprio quei Primi Cittadini, come i Sindaci leghisti di Dolo e di Vigonovo, che in campagna elettorale avevano promesso le barricate per impedire la costruzione di un’altra autostrada al posto dell’Idrovia Padova mare.
Ed è proprio sull’Idrovia che i cittadini stanno subendo sia il danno che la beffa: infatti mentre da un lato il Presidente Luca Zaia e l’assessore Renato Chisso sbloccano la “camionabile” in tutta fretta; dall’altro l’assessore Maurizio Conte si sbraccia sui quotidiani locali per mandare avanti lo studio di fattibilità dell’Idrovia, pur sapendo che la nuova autostrada metterà la parola fine ad ogni ipotesi di via d’acqua. D’altra parte le decine di migliaia di euro per pagare professionisti e consulenti provengono dalle tasse dei cittadini, non certo dalle tasche degli amministratori regionali.
CAT è già al lavoro per preparare le osservazioni allo Studio di Impatto Ambientale, e soprattutto i ricorsi legali sulla base di numerose carenze e vizi procedurali già riscontrati.
Ma i comitati e i ricorsi da soli non bastano. Se si vuole davvero scongiurare la morte ambientale e civile del territorio rivierasco occorre che ad opporsi siano la società civile tutta, le associazioni di categoria, i sindacati, tutte le organizzazioni che con i comitati condividono un’idea diversa della pianificazione e delle relazioni sociali.
Chi tace acconsente.
Per CAT
Adone Doni 340-0020207
Mattia Donadel 338-1678008
--
Laboratorio Mirano Condivisa - www.miranocondivisa.it
aderiamo a CAT Comitati Ambiente e Territorio - Riviera del Brenta e Miranese - www.infocat.it
aderiamo a AltroVe - Rete per un altro Veneto - info@altroveneto.org
mercoledì 10 agosto 2011
BISOGNA RIPENSARE IL NOSTRO MODO DI VIVERE.
Prof. Latouche, cosa intende dire quando afferma che la ricchezza ha un carattere molto più patologico della povertà?
La società della crescita, la società dell’opulenza, ha tradito la sua promessa: non felicità bensì ricerca ossessiva di efficienza, prestazioni, riduzione dei costi, flessibilità, profitto. Una società e un’economia sull’orlo di una crisi di nervi, votati alla
frenetica accumulazione di beni di consumo, a cui si accompagnano aumento dello stress, dell’insonnia, delle turbe psicosomatiche, delle malattie di ogni tipo (tumori, crisi cardiache, allergie varie). A seguire spese di compensazione e di riparazione (medicine, trasporti, svaghi) resi necessari da una vita moderna, in cui i beni relazionali, legati cioè alla qualità delle relazioni umane, si impoveriscono sempre di più. Viviamo in una società che è stata fagocitata da un’economia che ha per unico fine la crescita, all’infinito. Si deve produrre e consumare sempre di più. Produrre per consumare e consumare per produrre. Solo che nel medesimo tempo si distruggono le risorse naturali, che sono infatti in via di esaurimento.
La società della crescita, la società dell’opulenza, ha tradito la sua promessa: non felicità bensì ricerca ossessiva di efficienza, prestazioni, riduzione dei costi, flessibilità, profitto. Una società e un’economia sull’orlo di una crisi di nervi, votati alla
frenetica accumulazione di beni di consumo, a cui si accompagnano aumento dello stress, dell’insonnia, delle turbe psicosomatiche, delle malattie di ogni tipo (tumori, crisi cardiache, allergie varie). A seguire spese di compensazione e di riparazione (medicine, trasporti, svaghi) resi necessari da una vita moderna, in cui i beni relazionali, legati cioè alla qualità delle relazioni umane, si impoveriscono sempre di più. Viviamo in una società che è stata fagocitata da un’economia che ha per unico fine la crescita, all’infinito. Si deve produrre e consumare sempre di più. Produrre per consumare e consumare per produrre. Solo che nel medesimo tempo si distruggono le risorse naturali, che sono infatti in via di esaurimento.
Serge Latouche, Professor of Economic Sciences at the University of Paris - Sud (France), is an expert of economic and social connections between North and South of the world and the main exponent of the Degrowth theory
La liquidità deve corroborare il rilancio dell'industria ad alto valore aggiunto e non inseguire la speculazione che ingessa le poche risorse
rimaste. Lo Stato possiede immobili per 346 Miliardi di Euro. Immobili vendibili per un controvalore di 200 Miliardi di Euro in quanto non utilizzati direttamente per il suo funzionamento. Invece,si preferisce massacrare il reddito fisso con gabelle di ogni tipo, togliendo ancora il poco reddito rimasto . Meno reddito = meno PIL, quindi contrazione dei posti di lavoro.
Gli Speculatori del mattone vedono nello Stato (Comuni,Province,Regioni ecc) un cliente eccezzionale. Expo Milano o Veneto City (università,poli fieristici,Ospedali,Intrattenimento, Musei della Moda ecc) tutte scatole da rivendere alla collettività e certo non a prezzi di saldo .
MENTRE IL PAESE E' LANCIATO VERSO IL DEFAULT non potendo sostenere saggi di interesse del 6% e una contrazione del PIL (prevista da FMI).
Vogliamo smentire il FMI?
Non ci riusciremo investendo nell'immobiliario, o vendendo i brevetti per la produzione della fibra di carbonio agli arabi, smantellando uno stabilimento che occupava trecento operai e altrettanti nell'indotto per utilizzare le aree nella logistica portuale (occupazione prevista 15 unità per l'area menzionata ).
Fibra di carbonio (ormai saltata), farmaceutica fine, pannelli solari, fibre ottiche, software,hardware,telefonia ecc , questi sono i CAMPI che dovremmo coltivare, mantenendo verdi e disponibili quelli agricoli con benefici per il paesaggio e il turismo . Servono Imprenditori disponibili ad INTRAPRENDERE senza sussidi di Stato.
Il numero presente nel nostro modello produttivo, purtroppo, è ancora troppo carente.
Tabella Fondo Monetario Internazionale .
Proiezioni dal 2010 al 2016 dell'incidenza percentuale delle varie economie sul prodotto mondiale .
L'Italia è , tra le 50 Nazioni prese in esame, quella messa peggio con un'arretramento del 40 per cento in 6 anni .
( doc inviato da O. M. ). Grazie per la collaborazione.
Proiezioni dal 2010 al 2016 dell'incidenza percentuale delle varie economie sul prodotto mondiale .
L'Italia è , tra le 50 Nazioni prese in esame, quella messa peggio con un'arretramento del 40 per cento in 6 anni .
domenica 7 agosto 2011
lunedì 1 agosto 2011
CS CAT 30 LUGLIO 30-07-2011
Le uniche autostrade sostenibili sono quelle del mare
Nuova Romea: la Sindaca di Dolo è in difficoltà su Veneto City e cerca maldestramente di guadagnare tempo e distogliere l’attenzione altrove.
L’ipotesi progettuale presentata alla Conferenza dei Sindaci è debole e perdente.
Alla fine ANAS, Regione e CIPE imporranno l’innesto a Roncoduro;
ma anche se fosse a Villabona a perderci sarebbe tutto il territorio.
Una via di uscita c’è, ma amministrazioni e cittadini devono essere uniti nel sostenere l’unica vera alternativa forte e credibile: lo sviluppo del trasporto fluvio-marittimo.
L’Europa finanzia da anni le autostrade del mare, in Italia invece dominano le cricche che vivono succhiando miliardi di euro pubblici dagli appalti di “opere grandi” quanto inutili.
La nuova ipotesi progettuale per la “Romea Commerciale” proposta dalla Sindaca di Dolo viene bocciata senza appello dai Comitati di CAT, che la ritengono debole e perdente.
Debole perché non risolve i problemi di impatto ambientale e paesaggistico ma semplicemente vorrebbe spostarli da Dolo verso Venezia; e debole perché non mette minimamente in discussione un modello infrastrutturale e trasportistico vecchio e inadeguato che privilegia solo ed esclusivamente la “gomma”.
Ma si tratta anche di una proposta perdente perché i Sindaci nostrani sanno perfettamente che la Romea Commerciale, insieme alla Camionabile, al Polo Logistico e a Veneto City, è uno degli assi portanti del piano strategico regionale denominato “Bilanciere del Veneto”, e che per questo motivo la Giunta Zaia-Chisso, ANAS e CIPE imporranno l’unico tracciato dal loro punto di vista più logico e razionale, quello con innesto a Roncoduro.
I Sindaci sanno inoltre molto bene che, qualsiasi sia il tracciato, una nuova autostrada parallela alla Romea, non solo è inutile, ma porterà più traffico e soprattutto distoglierà le necessarie risorse economiche per risolvere il vero problema di oggi: la messa in sicurezza immediata della statale Romea.
Quindi, considerati questi elementi, l’idea progettuale esposta in Conferenza dei Sindaci, più che la soluzione del problema, appare più come un tentativo dell’amministrazione Dolese, della Lega e del PdL di guadagnare un po’ di tempo, vista l’enorme pressione alla quale sono sottoposti da più parti per il vergognoso avallo all’operazione “Veneto City”.
Se davvero si vuole scongiurare il pericolo “Romea Commerciale” bisogna smettere immediatamente di scaricare il peso del tracciato da un Comune all’altro, coinvolgere i cittadini, e convergere in modo compatto sull’unica vera alternativa forte e credibile: il trasporto fluvio-marittimo e ferroviario.
I soldi ci sono e anche gli appoggi: negli ultimi 3 anni l’Unione Europea ha erogato almeno 7 miliardi di euro per dare impulso alle autostrade del mare.
Quello che manca è il coraggio politico e la capacità di cambiare rotta verso un modello di gestione del territorio più sostenibile e tecnologicamente avanzato.
D’altra parte gli scandali ai quali i cittadini sono costretti ad assistere quotidianamente mostrano come le cricche politico-affaristiche che impazzano nel Bel Paese vivano e si moltiplichino succhiando miliardi di euro pubblici attraverso gli appalti di “opere grandi” quanto inutili; si tratti di Ponti, TAV, nuove “City”, o autostrade fa poca differenza: l’importante non è dare risposte ai problemi veri, ma continuare a speculare.
Per CAT
Adone Doni 340-0020207
Mattia Donadel 338-1678008
CAT Comitati Ambiente e Territorio - Riviera del Brenta e Miranese
web: www.infocat.it
mail: trabrentaegraticolato@gmail.com
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S. Francesco ecologista ante litteram
DALAI LAMA
DOMANDA:COSA L'HA SORPRESA DI PIU' DELL'UMANITA'?E Lui ha risposto: