le banche e il potere

USIAMO GLI SCEC -

BISOGNA CONOSCERE I MOTIVI DI TANTO DISSENSO ALLA TAV TORINO-LIONE

lunedì 29 novembre 2010

LA MAFIA VA DOVE C'E' DEBOLEZZA.

La crisi economica ha aperto le porte del Veneto alla mafia
Cronologia articolo27 novembre 2010
Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2010 alle ore 17:55.

Allarme mafia in Veneto: lo lanciano i costruttori della regione, denunciando che a causa del blocco dei pagamenti dovuto al patto di stabilità le imprese edili «hanno ormai spalancato le porte alla mafia». A lanciare l'allarme è Stefano Pellicciari, presidente di Ance Veneto (l'associazione dei costruttori), secondo il quale se Governo e Regione non interverranno a breve «ci troveremo con tanti Totò Riina in giro per la nostra regione», situazione per la quale, come spiega sulle pagine locali del Corriere della Sera, ci sono già decine di segnalazioni alle autorità competenti.

È una denuncia a più voci e come funziona il meccanismo lo spiega il segretario della Filca-Cisl Salvatore Federico: per non perdere gli appalti le aziende hanno cominciato a lavorare sottocosto, ma poiché la crisi continua queste aziende ora «si sono dovute rivolgere alle associazioni mafiose».
Preoccupati sono anche Franco Mognato, di Legacoop, per il quale le cooperative che stanno sostenendo il disavanzo degli enti pubblici non ce la fanno più, e Paolo Fagherazzi di Confartigianato edilizia, il quale sottolinea che del piano casa del governo le aziende «non hanno visto ancora un solo euro».
In due anni nel settore edile veneto sono fallite quasi 2500 attività, in tutto 50mila disoccupati: per l'Ance, «come se in Veneto si fossero abbattute 35 Termini Imerese». Il primo dicembre prossimo imprese edili e sindacati manifesteranno a Montecitorio per chiedere la deroga al patto di stabilità.

DA: IL SOLE 24 ORE.

TRIADE RIFIUTI:IMPRENDITORI DISONESTI ,POLITICI CONNIVENTI, MAFIE.

venerdì 26 novembre 2010

UN DELITTO CONTRO IL TERRITORIO

LE TRASFORMAZIONI .


>Foto allegata: sito dove si vuole costruire "Citta' della Moda". Lungo la
Riviera del Brenta
>Un delitto contro il paesaggio naturale>Una volta l’ambiente era considerato un tema di importanza secondaria,
appannaggio degli amanti della natura. Questa situazione è ora radicalmente
mutata. L’ambiente riguarda tutti perché  tocca ogni aspetto del mondo in cui
viviamo e da cui  dipende la sopravvivenza della specie umana. Influenza tutte
le nostre azioni, lo stile di vita, il lavoro, i divertimenti, la salute, la
sicurezza e la qualità della vita.
>Come cittadini tutti abbiamo interesse a proteggere e migliorare l’ambiente
attorno a noi perché ciò significa vivere meglio. Numerosi aspetti della nostra
vita quotidiana sono direttamente legati all’ambiente: l’asma delle persone, le
inondazioni, la congestione del traffico, il sogno di una spiaggia pulita per
le vacanze ecc.
>Negli ultimi decenni è diventato chiaro che il pianeta Terra è in pericolo, a
causa delle attività umane che inquinano l’aria, l’acqua, consumano le risorse
naturali (legna, pesci ecc ) distruggono l’habitat di animali e uccelli,
alterano il clima ecc. L’umanità ha però le conoscenze e le capacità
tecnologiche per invertire questa tendenza nefasta: basta avere le idee chiare
e la volontà politica.

giovedì 25 novembre 2010

QUANDO IL BUONSENSO CEDE IL PASSO ALL'INTRALLAZZO


Ci saranno altre situazioni come gli allagamenti di Bovolenta, Ponta S. Nicolò, Paltana, Vicenza.
Abbiamo capito che dell'ambiente non gliene frega di meno ai nostri amministratori, sia Regionali, Provinciali, e anche Comunali.
Mi dipiace per i Bovolentani, ma... passato il Santo, passato il miracolo.
Dobbiamo terminare l'idrovia, se vogliamo prevenire queste catastrofi. Altrimenti,
di questo passo, prevediamo altri allagamenti.
Dobbiamo fare squadra e risolvere i problemi, farci sentire, prendere coscienza e capire che cambiare si può.   "Una volta se diseva: magna e tasi mona, vuto savere più de mi, mi te faso na bea camionabie, fasso lavorare ea sente, dove vuto 'ndare coe to barche,  che po' e se picoe anca, e avora poca sente."
 E' ora di finirla di pensare che quello che ci progettano sia semre giusto per noi. Bisogna farci sentire.  (ma, "il  baffo", per chi lavora?).



L'ipocrisia impera nel Veneto.


mercoledì 10 novembre 2010

IL VENETO E' STATO SGOVERNATO PER MOLTI ANNI. E' ORA DI CAMBIARE MODELLO DI SVILUPPO: BASTA CEMENTO E STRADE INUTILI.

Ogni volta ci stupiamo di fronte alle vittime e ai danni. Ma non ne traiamo alcuna lezione. Finita l'emergenza torniamo ad assumere gli stessi comportamenti. Passata l'emozione ce ne ricorderemo?

di OscarMancini


Di nuovo sott’acqua. Capita più o meno ogni anno. Ogni volta ci stupiamo di fronte alle vittime e ai danni. Ma non ne traiamo alcuna lezione. Finita l’emergenza torniamo ad assumere gli stessi comportamenti che determinano l’accresciuta vulnerabilità del territorio. Dimentichiamo che all’origine dei nostri guai vi è una dilagante cementificazione del territorio, il disboscamento selvaggio lungo i fiumi, la mancanza di una manutenzione geologico – idraulica del Bel Paese già di per sé strutturalmente fragile. In sostanza permane nelle politiche pubbliche e private un approccio di dominio sull’ambiente piuttosto che sulla convivenza tra uomo e natura. Era il 2004 quando la prestigiosa Accademia Olimpica di Vicenza lanciava l’allarme: nell’ultimo mezzo secolo la popolazione della provincia berica è cresciuta del 32% mentre la superficie urbanizzata ha subito l’impennata del 324%: dieci volte tanto.

Qualche tempo dopo con mirabile capacità di sintesi scriveva il vicentino Gian Antonio Stella sul Corriere: “Un blocco di cemento di 1070 metri cubi: è questa la dote portata alla provincia di Vicenza da ogni abitante in più dagli anni novanta. Crescita demografica: più 52.000 abitanti pari al 3%. Crescita edilizia: 56 milioni di metri cubi, pari a un capannone largo 10 metri, alto 10 e lungo 560 chilometri. Ne valeva la pena?” Era il 24 maggio del 2006 quando la CGIL vicentina denunciava “un consumo di territorio abnorme, disordinato, sprecone, indifferente a tutti i rischi. Una crescita urbana senza forma, che ha impermeabilizzato il territorio, rallentato la ricarica delle falde e nel contempo provoca frequenti esondazioni dei corsi d’acqua”. Da questa analisi ne faceva seguire una critica all’impostazione del Piano Territoriale della provincia (PTCP) e la proposta di una più saggia pianificazione urbanistica fondata sul “blocco del consumo di suolo, il riuso delle aree dismesse in luogo dell’espansione urbana” e un programma a lungo termine di manutenzione idrogeologica capillare al posto di opere di canalizzazione e arginatura che producono solo un senso di falsa sicurezza.

Era il 23 giugno 2009 quando oltre cento associazioni sottoscrivevano un articolato ed approfondito documento di critica al Piano Territoriale della Regione Veneto (PTRC) “che lascia briglia sciolta a livello locale a tutti gli interessi immobiliari sul martoriato territorio veneto”. Sulla base di quel documento furono presentate oltre 15000 osservazioni a un piano che contiene affermazioni francamente aberranti come quando si afferma (pag. 36) che c’è ancora tanta campagna nel Veneto sicchè il consumo di suolo non è un problema reale, poiché la percentuale di terreno rurale è di molto superiore a quella delle terre coltivate: come se l’attività economica del settore primario fosse l’unica ragione della salvaguardia del suolo dall’urbanizzazione, se l’obiettivo non dovesse essere quello della difesa del territorio rurale nel suo complesso, e se non fosse già gigantesca l’area impermeabilizzata e sottratta al ciclo naturale. E’ da questo approccio che nel Veneto nascono come come i funghi mega operazioni immobiliari quali “Veneto city, Quadrante Tessera, Città della Moda, Base Usa, Motor City “per assecondare i progetti degli immobiliaristi e soddisfare le aspettative della rendita.

lunedì 8 novembre 2010

COMUNICATO DEL DOTT. CARLO CROTTI

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Comunicato Stampa
L’idrovia Padova-Mare deve essere completata urgentemente
Il disastro idraulico regionale era annunciato.
Nei due documenti, approvati in Agenda 21 dai rappresentati dei “portatori
di interessi”, e inviati per legge direttamente alla precedente Giunta
Zanonato si evidenziava il rischio e lo si definiva “una invariante” per
qualsiasi progettazione del territorio cittadino.
E’ rimasto inascoltato.
Per l’area compresa tra Padova e Venezia chiediamo per tanto :
a)
Amministrazione, di inserire l’idrovia “Padova-Mare” al fine di ripristinare un
controllo dei grandi flussi d’acqua di questa zona;
alla Giunta Regionale a modificare il PTRC adottato dalla precedente
b)
conseguenza rispetto ai loro PTCP e PATI, adottati o in elaborazione, nei
quali l’idrovia non compare.
alle Giunte Provinciali di Padova e di Venezia di regolarsi di
c)
sull’asta idroviaria, di inserire nei loro Piani di sviluppo e PAT il
completamento del canale che congiunge Padova all’Adriatico, cancellando
definitivamente l’ipotesi dell’autostrada “camionabile” sull’argine del canale.
alla Giunta Comunale di Padova, come pure quelle di tutti i Comuni
d)
quanto prima un bando regionale per uno studio di fattibilità del
canale non solo per la sua insostituibile funzione idraulica, ma anche
per quella di via navigabile per battelli fluvio-marittimi. (Anche il
Terminal off shore davanti al Lido ne avrebbe un indubbio vantaggio
operativo.)
in particolare raccomandiamo al pres. Zaia di emettere
Ogni indugio nell’assumere queste decisioni da parte degli Enti
succitati non potrà che essere addebitato politicamente - e non escludiamo il
lato penale - ogni qualvolta si verificasse un allagamento, o peggio
un’alluvione nelle zone tra Padova e Venezia.
Padova 2 nov 2010
Firmato
dr.
Carlo Crotti (pres. “Ass. Salvaguardia Idraulica….”)

domenica 7 novembre 2010

VENETO: TERRA DI SANTI,LAVORATORI,MIGRANTI, MA ANCHE DI POLENTONI CHE NON CAPISCONO COME POCHE PERSONE NOMINATE NEL POSTO SBAGLIATO CI STANNO ROVINANDO LA SALUTE! VIVA IL CAT.





CS CAT 06 novembre 2010
Dopo la Romea Commerciale, anche la Camionabile prende la strada della Legge Obiettivo.
Nella conferenza Stato-Regioni di giovedì 4 novembre, l’ineffabile assessore Renato Chisso, inviato da Luca Zaia, è riuscito a strappare l’inserimento dell’opera tra quelle di preminente interesse nazionale, per assicurarsi procedure agevolate per superare ogni ostacolo. Ma la partita no è affatto chiusa, i Comitati hanno già rilevato numerose irregolarità, e sono già pronti ricorsi di ogni genere, e soprattutto numerose azioni di protesta. CAT lancia poi un vero e proprio appello alla società civile, a tutti i comitati, alle associazioni a tutte le organizzazioni che condividono senza ambiguità questa grande battaglia in difesa del territorio, della salute e della vita, per costruire insieme
una grande manifestazione nel cuore della Riviera. La responsabilità di ciò che sta accadendo è in primo luogo di PDL, LEGA e PD; ciascuno recitando la propria parte nel teatrino della politica ha ottenuto ciò che sempre ha voluto: grandi opere, inutili e distruttive, che però fanno girare centinaia e centinaia di milioni di euro. Sviluppo e posti di lavoro non c’entrano nulla, a guadagnarci sarà soprattutto la cricca veneta degli appalti, mentre agli abitanti rimarranno devastazione ambientale, allagamenti e tumori.
I Sindaci non piangano ora lacrime di coccodrillo: a parte le belle parole, quando potevano, non hanno fatto alcun atto concreto per evitare questa situazione. Saranno loro per primi a pagare in termini di voti alle prossime amministrative, i comitati saranno implacabili.
 
Per CAT
Adone Doni 3400020207
Mattia Donadel 3381678008

Camionabile inserita in Legge Obiettivo: questo il risultato che ottenuto dall’assessore Renato Chisso nella conferenza stato regioni del 4 novembre.Il destino della Riviera e del Miranese si fa ancora più cupo.
Ma la partita è ancora tutta aperta: pronti i ricorsi legali e una grande manifestazione in Riviera.
Sotto accusa Sindaci, Lega, PDL e PD.
--
Adone Doni
3400020207

martedì 2 novembre 2010

LA GRANDE PAURA. IL FANTASMA DEL '66. BISOGNA PORTARE A TERMINE IL CANALE NAVIGABILE O, DETTO ANCHE: PADOVA-MARE.

Il Brenta a Stra vista dal ponte "Marsiano". Gru che rinforza le chiuse.












Il ponte sul Piovego in confluenza Brenta (Cunetta) a Stra.
 

 
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IL PROF. D'ALPAOS HA QUALCOSA DA INSEGNARCI.


Il ponte "da Marsiano" sul Brenta                                         Il Piovego tratto Noventa Stra, ore 10

                                                                               
Il ponte sul Piovego prima dell'innesto sul Brenta a Stra





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Sostegno "tamburani" a stra, sul fiume Brenta detto "Cunetta" tratto costruito '800.
Il ponte sul Piovego Noventa Camin


lunedì 1 novembre 2010

S. Francesco ecologista ante litteram

DALAI LAMA

DOMANDA:COSA L'HA SORPRESA DI PIU' DELL'UMANITA'?E Lui ha risposto:

"Gli uomini... perché perdono la salute per fare soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Perché pensano tanto ansiosamente al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera non riescono a vivere né il presente né il futuro. Perché vivono come non dovessero morire mai e perché muoiono come non avessero mai vissuto.