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lunedì 26 marzo 2012

VENETO CITY: SVILUPPO PER TUTTI O ARRAFFO PER POCHI ?

Battaglia legale su Veneto City La Confcommercio veneta fa ricorso al Tar contro il maxi-insediamento nel Miranese 23/03/2012 Un'immagine del futuro maxi-insediamento commerciale-direzionale di “Veneto city” 

Antonella Benanzato VENEZIA “Veneto City” non s'ha da fare. L'ultimo atto della vicenda legata alla realizzazione del faraonico mega-polo del terziario in provincia di Venezia lo firma la Confcommercio di Mirano, che ha deciso di ricorrere al Tar, e che gode però dell'appoggio di tutte le provinciali che fanno capo a Confcommercio Veneto che dal 2006 osteggia il progetto reo di “mangiarsi” un altro pezzo di territorio Padova, Venezia e la Riviera del Brenta. A dare fuoco alle polveri è il presidente di Ascom-Confcommercio Mirano, Ennio Gallo, che non accetta di veder «scassare il territorio tra due province dell'entroterra veneziano», ma soprattutto non capisce come questo possa avvenire con l'avvallo degli organi competenti. «AREE SBAGLIATE». «In quel progetto - spiega Gallo - sono state inserite aree del Comune di Mirano, nonostante quest'ultimo non faccia parte dell'accordo di programma (perché si è autoescluso), tanto che su “Veneto City” pende anche il ricorso al Tar della stessa Amministrazione comunale». Il presidente dell'associazione dei commercianti miranese non crede che Veneto City prevedere la realizzazione di un centro innovativo dedicato alla ricerca che coinvolga anche l'università. «Ma quale polo di ricerca? Quale polo universitario? - s'inalbera - Nell'ultimo progetto Veneto City contempla solo il commerciale, il direzionale e il ricettivo». La decisione di ricorrere al Tar, sostenuta da Confcommercio 





regionale, nasce dalla “certezza” che Veneto City possa avere un impatto devastante sul territorio. Un danno che potrebbe compromettere, secondo l'associazione, anche il tessuto sociale del Miranese. E LA “VAS”? Quello che suscita maggiore sconcerto nell'associazione di categoria è che un intervento giudicato così impattante non preveda l'obbligo di una Valutazione ambientale strategica. Il ricorso è stato affidato a uno studio legale padovano e rappresenta per Gallo “l'ultima spiaggia” quando la politica non è in grado di recepire le proposte della popolazione. Confcommercio Veneto, poi, da tempo si batte contro il megapolo del terziario e a ogni occasione lo ribadisce: «La misura è colma - dice il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon - basta al consumo di un territorio che, visto dall'alto, è un panorama a singhiozzo: più cemento che verde». Zanon condanna l' «appello alla pubblica utilità per giustificare mostruosità che hanno in sé il germe dell'inutilità e del danno». LE CIFRE. A suo tempo, anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, firmò l'accordo di programma che diede il via libera a Veneto City, opera enorme che sorgerà su di un'area di 718mila metri quadri, di cui 500mila di edificazione netta, tra Dolo e Pianiga. Anche se si tratta di un atto dovuto, come ha più volte evidenziato la Regione, il polo commerciale continuerà a far discutere. I cantieri, ricorsi permettendo, potrebbero già partire a fine 2012. Veneto City ha un costo stimato di circa 2 miliardi, ospiterà negozi e altre attività commerciali, alberghi, headquarter d'impresa, musei e sedi fieristiche. L'area è al centro di tre importanti nodi infrastrutturali: la ferrovia a nord (Tav e Sfmr), l'autostrada A4 a sud e il Passante di Mestre. Tra i primi interventi previsti da Veneto City c'è la costruzione (40 milioni) della stazione per il metrò veneto. INVESTITORI IN CODA. La società “Veneto city” peraltro ha fatto sapere di avere una lunga coda di richieste per i suoi futuri spazi espositivi: calzaturifici, mobilifici, oreficerie, aziende di illuminotecnica, vetrerie, produttori tessili, concerie e alta moda. Gli spazi espositivi «saranno pieni zeppi di prodotti made in Veneto».

S. Francesco ecologista ante litteram

DALAI LAMA

DOMANDA:COSA L'HA SORPRESA DI PIU' DELL'UMANITA'?E Lui ha risposto:

"Gli uomini... perché perdono la salute per fare soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Perché pensano tanto ansiosamente al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera non riescono a vivere né il presente né il futuro. Perché vivono come non dovessero morire mai e perché muoiono come non avessero mai vissuto.