Giacomo Ulivi, partigiano emiliano morto nel 1944 a soli 20 anni dopo essere stato catturato
e torturato dalle brigate nere. , dal carcere scrive “Lettera agli amici”, una lunga
lettera mai spedita e scritta su 14 biglietti staccati da un taccuino e ritrovati dopo la
sua morte:
«Può anche bastare, sapete, che con calma cominciamo a guardare in noi, e
ad esprimere desideri. Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere
scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo
perché non ne avete più voluto sapere! Ricordatevi siete uomini, avete il dovere
se il vostro istinto non vi spinge ad esercitare il diritto, di badare ai vostri
interessi. Avete mai pensato che nei prossimi mesi si deciderà il destino
del nostro Paese, di noi stessi: quale peso decisivo avrà la nostra volontà se
sapremo farla valere; che nostra sarà la responsabilità, se andremo incontro
ad un pericolo negativo?»
Giacomo Ulivi, Lettera agli amici.
Sono passati 68 anni: i valori, gli ideali di quel ragazzo, di quella generazione, dove sono finiti?
Il lavoro non è una merce! E' un diritto dovere per tutti.
La mercificazione della vita e l' imbonimento dei mezzi di comunicazione di massa ci stanno ingannando; però quando ci chiamano alle urne bisona votare e poi controllare chi abbiamo scelto perchè la demacrazia è partecipazione. Altrimenti ci governeranno sempre i peggiori.
-Se non c'è impegno non se ne esce. La crisi è una scusa per spostare il profitto dai poveri e rassegnati ai già ricchi.- La fuga dei giovani non interessa, ci saranno sempre dei laureati del terzo mondo a ripianare i buchi.
le banche e il potere
USIAMO GLI SCEC -
BISOGNA CONOSCERE I MOTIVI DI TANTO DISSENSO ALLA TAV TORINO-LIONE
venerdì 28 settembre 2012
S. Francesco ecologista ante litteram
DALAI LAMA
DOMANDA:COSA L'HA SORPRESA DI PIU' DELL'UMANITA'?E Lui ha risposto: